giovedì 15 maggio 2008

PEARL JAM - Ten...pietra miliare!!!


Tra il '91 e il '92 non si fa altro che parlare di Seattle e del grunge. Ed è nel calderone del grunge che vanno a finire pure i Pearl Jam, assieme ad altri storici nomi come Nirvana, Alice In Chains, Soundgarden, Mudhoney, Screaming Trees e pure Smashing Pumpkins.
Che cos'hanno in comune questi gruppi? Ben poco, a conti fatti. Grunge vuol dire tutto e niente. Il grunge è una tendenza, un atteggiamento, un movimento culturale, più che musicale, che prende piede a Seattle appunto, all'inizio dei 90.
I Pearl Jam sorgono dalle ceneri dei Green River e dei Mother Love Bone: in entrambi i gruppi militavano il chitarrista Stone Gossard e il bassista Jeff Ament.
Fondamentale è l'incontro nel '90 con Eddie Vedder, surfista californiano, che diventerà il carismatico vocalist della band (che nel frattempo conta tra i propri membri anche un altro chitarrista, Mike McReady; alla batteria, invece, si daranno il cambio diversi talenti, anche se durante le registrazioni di "Ten" sarà Dave Krusen a sedersi ai tamburi).
L'arrivo dei Pearl Jam sulla scena musicale è salutato dagli amanti del rock come l'avvento del messia. Commercialmente parlando, "Ten" è un successo clamoroso, che nel giro di due anni arriverà a vendere oltre dodici milioni di copie solo negli States, superando addirittura "Nevermind" dei Nirvana.
Ma che cos'ha di così speciale il gruppo di Gossard e Ament? Perché "Ten" è considerato una pietra miliare nella storia del rock?

La forza dell'album è il suo essere (ancora oggi) così incredibilmente anacronistico. Niente contaminazioni tra punk e hard-rock come la band di Kurt Cobain. Nessuna incursione nel metal come gli Alice In Chains.
I Pearl Jam riportano in vita, anche nel modo di atteggiarsi sul palco, l'hard-rock degli '70. Ascoltando i loro pezzi tornano in mente gli Who (non a caso Pete Townshend è l'idolo di Vedder), i Led Zeppelin, gli Aerosmith, Neil Young, i Lynyrd Skynyrd. Nessuna sperimentazione: le canzoni di "Ten" sono perfette nella loro semplicità. Molto spesso costruite attorno a un unico riff di chitarra, estremamente melodiche e mainstream, sembrano fatte apposta per riempire le arene, rimpiazzando (o muovendosi accanto) gli U2 nel cuore del pubblico mondiale.
I Pearl Jam sono la tanto attesa risposta alle preghiere di milioni di rocker, che in tutto il mondo si lamentavano di gruppi tutto glamour e niente sostanza à-la Bon Jovi.
Con il grunge, il pubblico riscopre la necessità e il piacere di identificarsi con i propri idoli. I Pearl Jam se ne fregano del proprio look, si interessano dei loro fan, regalano sempre show passionali ed energici, per anni combatteranno (anche se alla fine saranno sconfitti) contro la Ticketmaster per abbassare il prezzo dei biglietti per i loro concerti, non vorranno più (o quasi) rilasciare videoclip promozionali da "Ten" in poi.
I Pearl Jam paiono uscire da un'altra epoca, ed è questo ad affascinare fan e critica. La loro indiscussa moralità e tenacia gli fa guadagnare il rispetto anche da chi inizialmente criticava la loro musica.

Il sound di "Ten" è granitico e lontano mille miglia da ogni moda: col tempo la band maturerà, cambierà coraggiosamente strada (non vendendo più milioni di copie), ma non raggiungerà più le vette di passionalità e potenza dell'esordio.
A colpire le giovani generazioni è la sincerità dell'opera, che pesca a piene mani nel passato dei membri della band, ma soprattutto in quello del cantante Eddie Vedder, principale autore dei testi.

"Alive", forse il brano più famoso dell'Lp, è una lunga ed epica cavalcata rock, che ruota attorno a un immortale giro di chitarra per poi lanciarsi nel finale in una jam che pare non finire mai, comandata da un bellissimo assolo di Mike McReady, che riporta alla mente "Free Bird" dei Lynyrd Skynyrd.
Il testo riguarda il passato di Eddie Vedder, e la traumatica scoperta della morte del padre naturale: per anni la madre del cantante gli aveva tenuta nascosta la vera identità del padre.

Ogni traccia dell'album è lo spaccato, spesso tragico e amaro, delle vite di diversi personaggi. Lo spleen di Vedder, il suo cantato doloroso, la sua voce cavernosa e potente, a metà via tra Jim Morrison e Rod Stewart, si fa eco del disagio di una moltitudine di giovani che si rispecchiano nei personaggi descritti in "Ten", decretandone da subito il successo.


Durante le sessions di "Ten" sono registrati anche altri brani, tutti ugualmente interessanti, ma non inclusi nell'album. "Yellow Ledbetter", dal testo enigmatico in cui ricorrono immagini di guerra (nel '91 siamo in piena guerra del Golfo), è tra le prove più emozionanti del gruppo, così come "Footsteps", solo chitarra e armonica, in cui il vocalist della band si mette di nuovo a nudo.
"State Of Love And Trust", forse il pezzo più tirato e divertente della band, e "Breathe" entreranno invece a far parte della colonna Sonora del film "Singles" di Cameron Crowe, commedia romantica ambientata a Seattle durante il periodo d'oro del grunge.

"Ten" è uno degli album più amati e importanti dell'intera scena grunge, e ha aperto le porte del circuito mainstream a decine di altri gruppi.
I Pearl Jam, al contrario di tanti loro colleghi, sono ancora in circolazione, e con spirito cavalleresco degno d'altri tempi, continuano a raccontare (un po' come Bruce Springsteen) le loro storie di comuni tragedie americane, forse senza l'urgenza degli esordi, ma sempre con invidiabile passione.

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