venerdì 30 maggio 2008

Ayrton Senna - L' Immortale



Questa volta parlo del mio mito della Formula 1, l'unico in grado di farmi gioire per una sua vittoria anche se non ha mai guidato la Ferrari, è questo era un suo grande pregio, accomunare tifosi di squadre rivali, felici solo nel vedere quel casco giallo davanti a tutti...in poche parole... IL PIU' GRANDE DI TUTTI ...nessuno mai potra mai scalzarlo dal gradino piu alto del podio…nemmeno il grande Schumacher dall’altro dei suoi 7 mondiali vinti…potrà mai far dimenticare Ayrton Senna Da Silva…
Per lui l’automobilismo era fatto si di enormi sacrifici… ma anche di divertimento puro, divertimento per se stesso quando vinceva e divertimento per noi appassionati di Formula Uno e tifosi della Ferrari
Era bello vederlo duellare, in pura competizione sportiva, con i vari Mansell, Prost, Patrese etc, cosa che nella Formula 1 odierna non esiste piu…ormai i sorpassi avvengono soltanto ed esclusivamente ai box…per lui invece ogni occasione era buona per tentare un sorpasso, anche in punti dove sorpassare era praticamente impossibile


Ayrton Senna Da Silva nasce il 21 marzo 1960 La sua famiglia gode di uno stile di vita superiore alla media delle famiglie brasiliane e Ayrton ricorderà sempre l'importanza della tranquillità, anche economica, e dell'affetto ricevuto per la sua crescita e la sua maturazione umana e sportiva. Sarà sempre molto legato ai genitori, al fratello Leonardo e alla sorella Viviane. Il padre, nella sua officina meccanica, gli costruisce un piccolo go-kart e Ayrton inizia a guidare già all'età di quattro anni.
La sua più grande passione per tutto il periodo della giovinezza diventano proprio i go-kart; impara sia l'arte del meccanico che quella del pilota: molte sue vittorie adolescenziali sono dovute alla profonda conoscenza del suo kart.

Ayrton fa il suo debutto in una gara ufficiale nel 1973 sulla pista di Interlagos: vittoria nella prima corsa. Corre con un casco giallo dipinto da Sid Mosca, inizialmente con una striscia verde alla quale poi aggiunge una banda blu, i colori della bandiera brasiliana, simbolo del suo paese e della sua gente.

Ayrton Senna rimane nella storia perchè segnò profondamente il modo di correre in kart, e la sua tecnica è tuttoggi adottata universalmente: da sempre i piloti, nei lunghi rettilinei, bloccano il condotto del carburatore con la mano destra per arricchire la miscela e lubrificare meglio il cilindro con più benzina, poi mettono di nuovo entrambe le mani sul volante per affrontare le curve. Ayrton invece era in grado di farlo anche in curva, sfruttandone i vantaggi in uscita.

Dopo anni passati a correre nelle formule minori e dimostrare il suo enorme valore, il passo successivo fu l’approdo in Formula 1.
Ayrton Senna era il quattordicesimo pilota brasiliano a entrare a far parte del prestigioso mondo della F1. Questo lo caricava di enormi responsabilità, il Brasile aveva già avuto due campioni del mondo, Piquet e Fittipaldi, e lui stesso si era costruito la fama di vincente ovunque.
E' il 1984 e la sua macchina è una Toleman; è un anno di importanti esperienze e di qualche significativa soddisfazione: basti ricordare la splendida gara a Montecarlo sotto la pioggia dove arrivò addirittura a sfiorare la vittoria che, sarebbe senz'altro giunta se l'allora direttore di gara Jacky Ickx, non avesse interrotto la corsa proprio mentre Senna era nel mirino della McLaren di Prost. In quell'anno concluse il mondiale in nona posizione.
L'anno successivo Senna passa alla Lotus-Renault, vettura senz'altro competitiva, ma non ancora a livello delle migliori, tuttavia in quell'anno arrivano le prime due vittorie nel mondiale, la prima sotto l'acqua dell'Estoril in Portogallo, la seconda a Spa in Belgio. Senna rimane alla Lotus fino al 1987 vincendo altre quattro gare (Spagna, Monaco e due volte negli USA) e classificandosi quarto nel nei mondiali 1985, 1986 e terzo nel 1987.
Nel 1988 passa alla McLaren: Senna coglie 8 vittorie e il suo primo titolo mondiale in F1.
Il 1989 è l'anno della grande battaglia con Alain Prost che sfocerà nell'incidente provocato dal pilota francese a Suzuka e che costerà ad Ayrton il titolo mondiale, tolto a tavolino per squalifica. Ayrton si rifà l'anno seguente: sempre a Suzuka avviene un incidente tra la Ferrari di Prost e la McLaren del brasiliano; questa volta il titolo va al brasiliano.
Nel 1991 il suo rivale è Nigel Mansell ma è Ayrton Senna che a fine campionato scriverà per la terza volta il suo nome nell'albo d'oro.
Nel biennio 1992-1993 la McLaren è molto inferiore alla Williams e per Senna non ci sarà possibilità di vincere il mondiale.
Il 1994 segna il passaggio di Ayrton alla Williams: Senna dispone di una monoposto superiore alla concorrenza, ma lo stesso pilota alle prime prove smentisce e sorprende tutti avvertendo di incontrare difficoltà nella gestione della nuova vettura; la scuderia rivale in quell'anno è la Benetton, rappresentata dal giovane talento tedesco Michael Schumacher, che alla fine della stagione sarà campione.
Alle prime tre gare Senna conquista la Pole Position, quasi a ribadire una superiorità indiscussa in qualifica, ma alla prima gara in Brasile finisce in testacoda; nella seconda ad Aida in Adelaide si ritira per un incidente alla partenza.

La terza gara si corre ad Imola, nel GP di San Marino: tutto l'ambiente è già fortemente scosso dalla morte del pilota Roland Ratzenberger avvenuta il giorno precedente durante le prove. Al settimo giro, per la probabile rottura del piantone dello sterzo, Ayrton Senna esce di pista alla curva del Tamburello: lo schianto della sua Williams contro il muretto a 300 chilometri orari è terribile.
Il campione brasiliano viene subito soccorso e portato al vicino ospedale di Bologna in elicottero.
Nonostante lo sforzo dei medici nel tentativo di salvarlo, Senna muore alle 18:30 per le gravi contusioni riportate alla nuca.
E' il 1 maggio 1994.
E' il triste giorno in cui il grande campione, all'età di 34 anni, scompare tragicamente entrando di fatto come un mito e - per il suo talento, la sua serietà e la sua umanità - una leggenda, nella storia dello sport mondiale.

Se una persona non ha più sogni, non ha più alcuna ragione di vivere. Sognare è necessario, anche se nel sogno va intravista la realtà. Per me è uno dei principi della vita.»

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1 commenti:

DIVERTIAMOCI ha detto...

già, ad Airton gli piaceva da matti la velocità e sfidare la fisica, con qualsiasi mezzo avesse a disposizione. Ha dimostrato DIVERTENDOSI di essere un grande, uno oltre, poki calcoli e tanto gas...quando la f1 ancora nn era un sonnifero pomeridiano!